Apple e gli iPhone ricondizionati. I dispositivi non sono pari a quelli nuovi. Scatta la multa milionaria.

Apple nel corso degli anni ha dovuto affrontare numerose cause legali intentate dai suoi clienti. Alcune di queste si trascinano da anni e non sempre l’azienda di Cupertino ne esce vincitrice. Una vicenda che si trascina da parecchi anni vedrà la sua conclusione il prossimo 20 ottobre.

La notizia proprio in vista della chiusura della vicenda sta avendo molto eco nella rete in questi ultimi giorni. Apple si appresta a chiudere una class action avviata nel 2006. Nello specifico la class action riguardava la presunta violazione da parte di Apple di alcune leggi federali degli USA relative alla garanzia dei prodotti di consumo.

La parte che viene contestata ad Apple riguarda condizioni e termini per la riparazione dei dispositivi. Il passaggio in questione recita: “Durante la manutenzione del prodotto di un cliente, l’azienda può utilizzare parti o prodotti nuovi o ricondizionati ed equivalenti al nuovo in termini di prestazioni e affidabilità“.

Secondo questa affermazione gli iPhone ricondizionati presenterebbero delle condizioni pari ai dispositivi nuovi, sia per quello che riguarda le prestazioni sia per quello che riguarda l’affidabilità.

I querelanti contestano invece questo punto. Gli iPhone ricondizionati (o altri dispositivi ricondizionati da Apple) non sono equivalenti al nuovo per affidabilità e prestazioni.

Per questo motivo è stata avviata una class action, risalente come già detto al 2006. Dopo 15 anni pare che sia stato raggiunto un accordo in merito. Apple sborserà come risarcimento 95 milioni di dollari.

Apple ha continuato a negare con forza l’inferiorità in termini qualitativi dei prodotti ricondizionati. I beneficiari della class action saranno tutti i residenti USA che hanno ricevuto un prodotto ricondizionato da Apple a partire dal luglio 2012.